giovedì 29 agosto 2013

Come comunicare con il gatto

gatto

Il gattino, e ancora di più un gatto adulto, arriva nella nuova famiglia e ha già un’esperienza e un suo carattere, può essere timido o coraggioso, tranquillo o agitato, affettuoso o riservato, ognuno è diverso dall’altro, come i bambini.

Bisogna accettarlo, non forzarlo, dargli tempo e spazio e cominciare fin da subito a parlargli.
I gatti, infatti, comunicano molto con la voce. Un po’ alla volta, si creerà un linguaggio comune, come succede in famiglia, fatto di parole, di toni di voce, di modi di dire.
Bisogna poi coinvolgere il micio, sin da piccino, in giochi relazionali, ovvero fatti insieme al padrone - tiro della pallina, inseguimenti ecc - e nelle attività domestiche, a tutti i gatti, per esempio, piace molto “rifare il letto”.
Sin dai primi tempi, quando il micino miagola, si deve rispondergli, cercando di capire il suo richiamo (che non è un unico miao, ma molti, tutti con significati diversi).
E anche il proprietario, deve utilizzare parole e toni di voce diversi. Inoltre, non si deve fare continuamente “pcc pcc” – il verso simile a un bacio per intenderci - al gatto e non si deve nemmeno chiamarlo per nome troppo spesso, altrimenti, smetterà di rispondere.
 Per ovviare al problema si potrebbe pensare di dare al nostro micio un vezzeggiativo, che sia diverso dal suo nome, che si usa solo per coccolarlo.
Parlare con il gatto è un ottimo modo per instaurare con lui un buon rapporto e, proprio come si fa con gli esseri umani o anche con i cani, è “buona creanza”salutarlo quando si entra o si esce, oppure chiamarlo quando è pronto “in tavola”.

Come comunicare con il gatto

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